Architetto Cristian Gori


Progetto Stabilimento Bagno 25

Progetto commissionato da privato
Progetto illustrato alla XIII Giornata Internazionale di studio INU all' Universita' Federico II di Napoli 16 Dicembre 2020

anno 2022

La realizzazione del nuovo lungomare Carra' di Bellaria Igea Marina e' divenuta l'occasione per riqualificare gli stabilimenti balneari. Il tema dell'architettura balneare si offre come opportunita' di sperimentazione di nuovi percorsi compositivi, dove si e' cercato di dare risposta alle nuove modalita' e ai nuovi desideri di vivere l'arenile. Spazi architettonici che si proiettano in spazi urbani attraverso i quali coniugare ritmi, tendenze e modi differenti di vivere la naturalezza del mare. La flessibilita' e l'adattabilita' degli spazi permette di far coesistere e convivere in contemporanea e non, attivita' ludiche e ricreative diverse tra loro.

Lo stabilimento si organizza in due distinte fasce di arenile, la parte adiacente il lungomare preposta per i servizi e la parte a mare destinata per l'accoglienza ombrelloni. La fascia destinata ai servizi si compone di tre distinte zone funzionali: a nord l'area parco giochi e ludica-ricreativa, al centro l'ingresso con gazebo-reception, sul lato sud il blocco edificato munito dei servizi necessari.

Una prima peculiarita' dell'intera organizzazione planimetrica risiede nella creazione di una vasta piazza d'ingresso, realizzata in corrispondenza della piazzola curvilinea del lungomare. Una sorta di ribaltamento dello spazio pubblico dentro lo stabilimento finalizzato a creare un unico ampio spazio di cucitura che connota l'ingresso al mare.

La realizzazione del manufatto invece e' concepita con tre distinti corpi di fabbrica, la cui collocazione da origine ad un patio al cui interno trovano spazio tutti i servizi per i turisti.

Il fronte lungomare e' definito invece da un profilo planimetrico a rientrare dove trovano spazio l'ufficio direzione, le cui superfici vetrate esaltano l'effetto reception verso il turista che accede dalla strada.

La scelta di sviluppare un organizzazione a patio e' riconducibile a due esigenze: distinguere i locali adibiti a servizi per i turisti da quelli destinati al gestore, garantire un totale controllo visivo dalla reception del bagnino all'intera area.

Altra soluzione volutamente desiderata, era la composizione in tre distinti fabbricati, al fine di impedire sul lato sud l'effetto muro e garantire contemporaneamente la creazione di visuali libere in modo da evitare "angoli morti" non controllabili.

Un'architettura che intende esprimere un minimalismo rigoroso, sia per la scelta cromatica del bianco che si estende in modo uniforme, sia per al razionalita' geometrica dell'intera struttura. La peculiarita' della planimetria a patio, permette di avere le pareti esterne interamente prive di aperture ed offrire vaste superfici murarie bianche. Aspetto che oltre ad esaltare il carattere minimale, consente di enfatizzare il riverbero delle luci al led proiettate dall'intradosso della copertura piana. Suggestivi effetti di lighting design che oltre a esaltare iconograficamente lo stabilimento contribuiscono a valorizzare la quinta scenografica dello spazio pubblico del waterfront.

Se la spiaggia, oltre che fonte economica primaria per la riviera rappresenta un margine territoriale e geografico capace di far coincidere identita' e dissolvimento, la sfida consiste proprio nel capire come far emergere questa doppia e antitetica interpretazione di quell'esile fascia che configura la linea di costa.

Le architetture balneari come elemento di connessione e filtro, da inserire sull'arenile introducendo come logica compositiva "l'equivalenza delle visuali prospettiche", stratagemma mediante la quale e' possibile anche formalmente, coordinare e vivere la dimensione urbana della citta' con la naturalezza del mare.